Atti di sottomissione - Megan Nolan

Lei ballerà tra le stelle accese  | e scoprirà, scoprirà l’amore  | l’amore disperato

È abbastanza divertente il fatto che io non sia mai stata veramente paragonata a Sally Rooney, ci sono stati solo varie dozzine di giornalisti che hanno detto “altri la paragonerebbero a Sally Rooney” o “sarai stanca di tutti i paragoni con Sally Rooney”…questo mi fa pensare

Scrive così Megan Nolan sul suo profilo Instagram commentando l’ennesimo giornalista che la accosta a Sally Rooney sottolineandone la diversità. E fa pensare sì, questo paragone mancato fra due autrici che poco hanno in comune se non il fatto di essere entrambi irlandesi e coetanee. E qui lo chiudiamo anche noi il discorso, se no diventiamo parte del coro.

Il titolo originale di Atti di sottomissione è Acts of Desperation. In inglese l’aggettivo ‘desperate’ viene usato più frequentemente che in italiano per esprimere un desiderio fortissimo che diventa bisogno. Quindi gli atti di disperazione non contengono solo una dimensione tragica, ma anche una pulsione che viene dal bisogno, dal volere e dal desiderio estremo.

La storia è apparentemente semplice: il racconto di una relazione dall’inizio alla fine, in totale due anni e mezzo. La voce narrante, una ragazza di circa 22 anni di cui non sappiamo il nome, incontra Ciaran, un ragazzo biondo e “incredibilmente bello”. Se ne innamora immediatamente, con “una sensazione che potrei descrivere solo come una pena solenne e angosciante”. Da lì comincia una relazione agognata, vissuta come un bisogno da soddisfare a tutti i costi, il riempito di un vuoto incolmabile. 

Ciaran è un uomo freddo, distaccato, ancora legato emotivamente alla sua ex fidanzata, quasi incapace di mostrare empatia, irascibile e insoddisfatto. 

Il rapporto è sbilanciato, la protagonista soffre, si chiude in bagno per soffocare il pianto, smette di frequentare famiglia e amici per nascondere il disagio. Dall’altro lato però l’amore per Ciaran è una necessità e un’ossessione.

L’AUTRICE

Megan Nolan classe 1990 originaria di Waterford, Irlanda.Nel 2015, dopo essersi trasferita a Dublino, inizia a scrivere prima per performance parlate e poi per i giornali e il web. Attualmente vive a Londra.Atti di sottomissione è il suo primo romanzo.

atti di sottomissione - Megan Nolan

Passavo il tempo a cercarlo online. Ho creato una cartella dove raccoglievo le cose più importanti. Le sue foto mi facevano piangere, trovarne una che non avevo mai visto era così triste e magnifico da far sembrare la vita di nuovo quasi bella. 

Il libro è pieno di riflessioni come questa, che pongono chi legge in una situazione di fastidio, di disagio. La sensazione è quella di essere messi continuamente davanti a qualcosa che si preferirebbe non guardare. 

Non ho mai capito come facciano le persone ad amare i propri corpi, né capisco del tutto come facciano a odiarli. Nel suo continuo cambiamento, non ho mai visto il mio corpo come qualcosa di così profondamente disturbante, è solo un oggetto mutevole e ingestibile che non ha niente a che fare con me, qualcosa che non mi riguarda minimamente. 

E ancora:

Il potere che gli uomini hanno avuto su di me, più che una ragione per odiarli, mi sembra un dato di fatto. E comunque, chi sono io per odiarli? Non avrei potuto rendermi immune da questo loro potere con un po’ di forza di volontà, educazione e orgoglio, in questo nuovo secolo? Non avrei potuto scegliere altri grandi amori invece degli uomini che ho scelto di amare? 

Certo che avrei potuto, ma non l’ho fatto, e questa, la mia storia, è la storia di questo atto mancato.

Megan Nolan mette in crisi il ruolo della donna forte, che riesce ad autodeterminarsi, ad amare il proprio corpo e a essere padrona del proprio desiderio. La sua protagonista è fragile, volubile, racconta le proprie debolezze senza cadere nell’autocommiserazione. È questa onestà a essere disarmante, quasi imbarazzante. Oltre che del suo sentirsi sbagliata e fuori posto nella relazione con Ciaran, parla del proprio rapporto con alcol e  sesso, dei disturbi alimentari, della depressione. 

Sfida continuamente il nostro voler dare un nome alle cose. È alcolizzata? È sottomessa? È autolesionista? Rientra in tutte le categorie e allo stesso tempo ne sfugge.

Le etichette mi irritano. Quando stavo attraversando un momento difficile a 20 anni, ero sempre scoraggiata quando le persone mi descrivevano come “depressa” o, quando bevevo troppo, “alcolizzata”. Quando avevo questo serie di relazioni schifose, le persone usavano la parola “abuso” parlando delle cose che l’uomo aveva fatto, a volte senza che io usassi quella parola. Non sto dicendo che nessuno dei comportamenti descritti nel libro sia un abuso, ma a volte mi sentivo come se quelle parole stessero davvero appiattendo le mie esperienze.

Megan Nolan

L’aspetto interessante del romanzo è proprio quello di raccontare un’esperienza (che prende spunto da quella dell’autrice, ma che aggiunge parecchi elementi di fiction) nella sua totalità. Lo fa partendo dai dettagli, dalla descrizione della vita domestica, dei vestiti, dei dialoghi quotidiani. Il tutto contribuisce alla resa dell’interiorità di una ragazza che sì, ha dei problemi, ma ha un buon lavoro, esce con gli amici, gestisce una vita normale. 

“Non volevo che fosse un romanzo sui disturbi” chiarisce Nolan “dove è tipo, ok, questa ragazza ha un disturbo dell’alimentazione, è un’alcolista e ha questa relazione orrenda. E dobbiamo gestire tutti questi problemi come disturbi. Credo che dovremmo riuscire a situare questi elementi in uno spettro più ampio rispetto a quello che tendiamo a fare.”

Questa storia ci ha spinto a riflettere su quanto in fretta giudichiamo le vite degli altri secondo i nostri vissuti. È un paradosso, ma anche quello della donna giovane, forte e determinata sta diventando un cliché. Il paradigma del femminile si è molto spostato sul tema dell’empowerment e dell’indipendenza, cosa in assoluto positiva, che tuttavia tende a marginalizzare le esperienze di fragilità. Atti di sottomissione invece lascia spazio al dolore, all’ossessione, all’angoscia, all’errore, alle scelte deliberatamente sbagliate. Azzera la reazione superficiale del “ah ma dai, non si rende conto che la tratta male? Perché continua a lasciarsi trattare così?”

Parlando proprio di questo, Nolan ha dichiarato che i primi lettori che hanno avuto una reazione negativa al libro “non sono riusciti a capire come lei potesse comportarsi in questo modo, o come potesse essere così. E io ci ho pensato quando ho avuto questa risposta dalle persone. E quello di cui mi sono resa conto è che non è che lei ha scelto di dare priorità a questo (il bisogno di trovare l’amore), è che ha vissuto il fallimento delle altre opzioni. Non ha un’altra cosa nella sua vita a cui aggrapparsi ed è stato il modo naturale di sentire e interpretare il modo. E credo che questo sia abbastanza reale.”

Alcune interviste di Megan Nolan da cui abbiamo citato degli estratti:

Nessuna storia è uguale ad un’altra, ma mentre leggevamo per associazioni sui vari temi ci sono venuti in mente:

  • Acqua Salata, Jessica Andrews, NN
  • Nella casa dei tuoi sogni, Carmen Maria Machado, Codice
  • Chiaroscuro, Raven Leilani, Feltrinelli
  • Le divoratrici, Lara Williams, Blackie
  • Queenie, Candice Carty-Williams, Einaudi