Estate - Ali Smith 

Con Estate si chiude il quartetto delle stagioni di Ali Smith, iniziato con Autunno nell’ottobre 2016 (pubblicato a maggio 2018 in Italia da Sur). Quartetto – non tetralogia – ricalcando il termine usato in inglese quartet, che rimanda all’ambito musicale, paragonando i quattro libri ai movimenti di una sinfonia.

Ed è proprio una sinfonia del nostro tempo quella che Smith crea in questi volumi: il presente e i grandi eventi che stanno plasmando la contemporaneità sono la materia prima che l’autrice trasforma in opera letteraria.

Non è un caso che Autunno sia stato uno dei primi romanzi pubblicati a parlare di Brexit ed Estate il primo a parlare di Covid. Riferimenti così puntuali alla contemporaneità fanno temere un resoconto saggistico o, peggio, una goffa ambientazione realistica che invecchia in qualche mese perdendo valore. Tuttavia, Smith non cade mai in questa trappola mimetica perché compie il miracolo della scrittura che impasta, modella, filtra, crea, fa.

Alex Preston sul Guardian dice che il quartetto è diventato uno degli strumenti di cui si serve per leggere il momento, un dispositivo di inquadramento e una lezione di difesa contro le arti oscure.

Oltre alla citazione potteriana (che non possiamo che apprezzare) non è un caso che Preston usi due vocaboli – tool e device – provenienti dal lessico dell’artigianato. Un libro può essere una chiave in senso quasi letterale, può aprire delle finestre e costruire un’interpretazione e fornire consapevolezza. 

Per essere raggiunto, questo obiettivo necessita di un’intersezione di piani e di parecchi pedine sulla scacchiera. Tutti e quattro i romanzi sono infatti costruiti sapientemente su più livelli, intessendo legami tra finzione e cronaca. È impossibile dare conto di tutti i personaggi reali, letterari, storici, e di tutte le citazioni (di Shakespeare, Dickens, Keats ma non solo) che si rincorrono in una serie di trame sovrapposte e rimandi che attraversano ogni libro. Estate arriva alla fine di questo articolato percorso e, oltre a introdurre nuove storie, riprende e chiude anche alcune linee narrative iniziate nei libri precedenti. Proprio questa complessità è ciò che rende sorprendente e meravigliosa l’intera opera, e se la strada è intricata lo è in modo leggero, anzi leggiadro, senza troppi pesi sul cuore, come diceva Calvino.  

La più breve ed elusiva di tutte le stagioni, quella che rifugge ogni responsabilità - perché l’estate fugge e non ce ne resta in mano nulla, se non pezzetti, frammenti, momenti, lampi di memoria delle cosiddette, o immaginarie, estati perfette, quelle estati che non sono mai esistite. 

Estate - Ali Smith

ali smith - estate

L’AUTRICE

Ali Smith (Inverness, 1962) è autrice di cinque raccolte di racconti e nove romanzi. Quattro volte finalista al Booker Prize, è una delle voci più originali e influenti della letteratura britannica contemporanea. Il quartetto delle stagioni (Autunno, Inverno, Primavera e Estate) è pubblicato in Italia da Sur.

Di cosa parla Estate? 

Due le tematiche che si dipanano durante tutto il racconto a guidare la lettura.

  • La prima è l’opposizione tra libertà e detenzione, questione che è piombata al centro delle vite di tutti a causa della reclusione forzata del lockdown. Questa esperienza viene affiancata (ma mai paragonata) alla detenzione degli immigrati negli appositi centri del Regno Unito. Paradossalmente, durante il lockdown, queste persone si sono trovate inaspettatamente libere a seguito della decisione del governo inglese di concedere “l’evasione” al fine di evitare focolai. Con un ulteriore strato temporale, l’esperienza di reclusione degli immigrati richiama i campi di internamento dell’Isola di Man durante la seconda guerra mondiale. Scopriamo che è lì che è stato recluso Daniel, protagonista di Autunno, a causa delle sue origini tedesche. In questo atto finale, lo ritroviamo a 104 anni in uno stato di dormiveglia in cui rivive le immagini del campo, dell’incontro con Fred (Uhlman) e delle lettere mai spedite alla sorella Hannah fuggita in Svizzera.
  • Gli scambi tra Daniel e Hannah e il loro immenso affetto spezzato dalla guerra introduce il secondo tema portante: la fratellanza. Al loro rapporto fa da specchio quelli di altri due fratelli, Sacha e Robert Greenlaw, adolescenti del 2020, diciassette anni lei e tredici anni lui. Sacha è una giovane attivista sul fronte dell’emergenza climatica e dei diritti civili, Robert invece è affascinato dalla figura di Boris Johnson e dal suo piglio conservatore. Sacha cerca di intraprendere una corrispondenza con Hero, un immigrato che si trova in un centro di detenzione e lei considera un “fratello” in quanto essere umano in difficoltà. Fulcro delle lettere è il racconto delle abitudini del rondone, uccello migratore e simbolo di libertà, che secondo Sacha dovrebbe essere interessante e di buon auspicio per Hero. C’è poi sullo sfondo un’altra sorella, Iris, uno dei personaggi di Inverno, zia di Art, donna prorompente e figlia delle proteste degli anni Settanta. Sempre provenienti da Inverno, ci sono anche Art e Charlotte, che tramite l’evoluzione del loro rapporto e il loro lavoro al blog Art in Nature danno voce al tema fondamentale che sottende tutto il quartetto: quale può essere il ruolo dell’arte nel nostro presente? 

Smith ha scritto il quartetto in modo tale che potessimo vedere che, di fatto, siamo una cosa sola” scrive Manasee Palshikar su The Punch Magazine in un articolo in cui spiega come i quattro libri parlino del presente di tutti, non solo di quello del Regno Unito in cui è ambientata la vicenda.

Ed è proprio questo crediamo l’obiettivo di Smith: raccogliere il nostro presente, il nostro sentire del presente, e restituirlo tramite la letteratura, creando legami con il passato e con il futuro.

Lo fa raccontandone gli estremismi, le derive, i pericoli, ma anche la bellezza, l’empatia, la speranza. Soprattutto la speranza, nel suo difficile ma luminoso cammino. Ciò che rimane infatti dopo la lettura, oltre allo stupore per la maestria dello stile e la curiosità della scoperta, è la luce che pervade tutti e quattro i romanzi e che in Estate si fa calda, avvolgente e salvifica.  

Difficile cogliere in poche parole il senso di un’opera così complessa, ci riesce più di tutti Alex Preston sul Guardian, per questo chiudiamo riportando un estratto del suo articolo riguardante Estate:

Lei dice: le cose vanno male, la vita è complicata; ma ci sono i film di Chaplin e i quadri di Pauline Boty, ci sono Tacita Dean e Barbara Hepworth, ci sono Shakespeare e Dickens e Katherine Mansfield. Lei dice: sì c’è Brexit, ma qui ci sono profondi legami di storia e cultura; sì c’è la detenzione e la crisi climatica, ma ci sono persone che sono disposte a perdere la loro libertà, anche la loro vita, per protestare contro di essi; sì ci sono la perdita e la solitudine, ma qui ci sono momenti di connessione, di identificazione, di dignità.”

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