E i tuoi capelli che sono fili scoperti

Eva dalle sue rovine |  Ananda Devi | Utopia Editore

Che cosa danno gli uomini in cambio di un corpo? Il loro corpo non si dà: prende. Si proteggono bene, loro. Sono i guardiani della propria ombra. Noi siamo farfalle in gabbia, persino nelle sfide più accese, persino nelle offese più dure. Siamo corpi rubati. 

Troumaron è un quartiere povero di Port Louis, capitale delle Mauritius. Un quartiere di profughi, di sfollati, dove gli ultimi della società si riconoscono come tali. “Lultimo scolatoio dove confluiscono le acque sporche di tutto un paese”. A Troumaron abitano quattro ragazzi di diciassette anni, le voci che ci raccontano questa storia.

Saddiq, giovane romantico e poeta appassionato di Rimbaud. Savita, ragazza protettiva e sensibile. Clélio, ribelle e collerico sempre sul punto di iniziare una guerra. E poi c’è Eva, fulcro, potente e fragile di questa storia. Eva che Savita vorrebbe aiutare, Clélio condanna e di cui Saddiq è innamorato. Eva che vive in un “negoziato permanente”, che usa il proprio corpo come merce di scambio fin dalla scuola senza curarsene, per comprarsi il futuro. 

L’AUTRICE

Ananda Devi è un’autrice mauriziana di origini indiane. Parla fin dallinfanzia molte lingue (francese, inglese, creolo mauriziano, telougou) e ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti a 19 anni. Durante la sua carriera ha vinto numerosi premi fra cui l’importante Premio dei Cinque Continenti della Francofonia nel 2006 ed è stata nominata Cavaliere delle Arti e delle Lettere 2010. Attraverso i suoi romanzi, offre una prospettiva meno idilliaca delle Mauritius rispetto all’immagine che ne hanno i turisti.

Il romanzo si struttura in capitoli molto brevi in cui si alternano le voci dei quattro protagonisti, perfettamente riconoscibili e allo stesso tempo ben amalgamate a crearne una sola: la voce dell’adolescenza, del cuore che scoppia di eccessi, della sensazione di non vivere una vita all’altezza dei propri sogni. 

Colpisce lo stile di Devi, così esatto e affilato nella resa degli stati d’animo e nelle brevi descrizioni della città. I personaggi sono corpi vivi e viventi che si muovono tra le pagine e per le vie del quartiere, sono menti che si cercano, si contraddicono, amano, distruggono.

Uno degli episodi più forti della storia è il momento in cui Eva si guarda allo specchio e si vede distrutta, piena di lividi, irriconoscibile. Le viene da ridere a vedersi così, come un Arlecchino sfigurato, ma quando prova a farlo, tutto si sgretola. Ancora una volta, Devi riesce a rendere poetico un momento tragico, creando un’associazione imprevedibile, che ribalta la prospettiva emotiva per poi frammentarsi insieme al suo corpo crepato.      

Sono tutta cangiante in superficie: gialli, blu, viola, neri, rossi. Se non mi facesse così male, mi verrebbe da ridere. Sembro Arlecchino in versione nuda. Non credevo ci si potesse abbellire di così tanti colori. Ma quando provo a sorridere mi fa male. Una fessurina si apre all’angolo della bocca. Poi dentro. E poi, di colpo, è tutta una miriade di fessure ad aprirsi in me. Mi sto crepando.

La crescita passa dal riconoscimento del dolore, dalla presa di coscienza del male subìto, anche volontariamente. E’ da qui che si può cominciare a ricostruirsi, a rimettere insieme i cocci, per rinascere dalle proprie rovine. 

Nella sua brevità, il romanzo è incredibilmente ricco di temi importanti: dal corpo della donna usato e abusato, al tormento adolescenziale, dal post-colonialismo, all’influenza del luogo in cui si cresce sul proprio futuro. Ma è anche la trama stessa ad avvolgere il lettore, con un assassinio che sconvolge le vite dei protagonisti e cambia gli equilibri in gioco.

Eva dalle sue rovine è un romanzo magnifico e devastante, e la capacità di Ananda Devi di dare corpo ai luoghi e ai personaggi è straordinaria.

les enfants de troumaron

MAURITIUS

Se si fa lo sforzo di andare oltre l’immagine che ne abbiamo dai viaggi di nozze e dalle cartoline, scopriamo che dietro al mare trasparente e i frutti tropicali, le Mauritius sono un paese interessante sia dal punto di vista storico che economico-sociale.

L’arcipelago ha avuto infatti una storia complessa: scoperto dai Portoghesi nel XVI secolo, dominato brevemente dagli olandesi, è diventato territorio francese nel 1715. Durante il periodo napoleonico i corsari francesi usavano Mauritius come base per attaccare le spedizioni commerciali britanniche. Nel 1810, gli inglesi risposero inviando un grosso contingente armato e conquistarono l'isola. Gli inglesi si impegnarono a rispettare le usanze e le tradizioni degli abitanti, inclusa la lingua francese, che è ancora oggi molto utilizzata insieme all’inglese e al creolo.
Nella seconda metà dellOttocento, in seguito all'abolizione del commercio degli schiavi, la richiesta di manodopera per le piantagioni portò sull'isola moltissimi lavoratori provenienti dall'Africa, dalla Cina e soprattutto dall'India. L'afflusso di indiani fu tale che oggi i mauriziani di origine indiana rappresentano l'etnia di gran lunga predominante in termini numerici. Dopo alcune tappe intermedie, Mauritius ottiene l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1968, rimanendo parte del Commonwealth. Nonostante le tensioni e le difficoltà fisiologiche alla nascita della nuova nazione, tra il 1969 e il 2013 il Paese ha mantenuto un tasso di crescita annuo del 5,3%.
Di recente, nella capitale Port Louis è stato costruito e si sta sviluppando Ebène, un vero e proprio quartiere finanziario, con grattacieli e nuovi centri commerciali. Come ha dichiarato il Primo Ministro, Mauritius sta puntando molto su questo mercato e aspira a diventare “Singapore dellAfrica”. Grazie alle agevolazioni fiscali e le convenzioni per evitare la doppia imposizione offerte ai paesi amici, sono già parecchie le aziende del tech che puntano su questo paese in via di sviluppo.

Nonostante la crescita economica costante, non mancano i problemi ancora da risolvere: parte della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà, la convivenza tra etnie diverse spesso dà luogo a episodi di razzismo violenti e il turismo di massa ha conseguenze devastanti sia sull’ambiente che sugli equilibri locali.

Il consiglio non richiesto

Abbiamo poi selezionato due video per rendersi conto delle condizioni in cui vive la parte più povera della popolazione e per analizzare le conseguenze del turismo di massa.