Ragazza, donna, altro | Bernardine Evaristo

Aspettavamo questo libro da un po’ di tempo. E come tutte le volte che un libro ci piace molto facciamo fatica a scriverne in modo organico. Non ne racconteremo la trama, anche perché sarebbe difficile seguire le traiettorie di tutte le dodici storie e farne un riassunto (qui il nostro IG TV post lettura). Sarebbe anche inutile fra l’altro, perché non aggiungerebbe nulla alla lettura.

E’ la prima volta che riusciamo a leggere lo stesso libro contemporaneamente e che riusciamo a confrontarci in tempo reale. Questo ha fatto diventare le nostre già lunghe conversazioni pressoché infinite. Ci siamo confrontate davvero tanto, mappando sia i luoghi che i temi trattati, senza mai perdere il gusto della lettura.

Raccogliamo il tutto in questo articolo, che più che un articolo è uno zibaldone di riflessioni, riferimenti, luoghi e pensieri sparsi.

Geografia

Siamo entrambe appassionate di mappe e di toponomastica. Il nostro primo istinto è sempre quello di orientarci nello spazio, di cercare informazioni sui luoghi delle storie. Ci dà un primo tassello importante: un contesto, un’atmosfera, una temperatura, un panorama. Ovviamente lo abbiamo fatto anche stavolta. Abbiamo iniziato da Londra, punto di partenza e punto di arrivo di questa storia. Isola nell’isola. Da lì abbiamo seguito le protagoniste tracciando percorsi che ci hanno fatto viaggiare per tutto il Regno Unito (e non solo).

IDENTITÀ

Scrivendo di Ragazza, donna, altro qualche giorno fa sul Domani Igiaba Scego sostiene che “in tutta Europa la letteratura dei neri europei sta finalmente destando molta attenzione. E dobbiamo ringraziare i neri britannici per averci mostrato una direzione precisa verso cui andare”. Riconosce poi nell’opera di Evaristo la voce che ha scosso maggiormente il panorama letterario e che ha messo questi temi alla portata di un vastissimo pubblico di lettori.

Il tema della complessa formazione dell’identità è forse quello che ci ha fatto più riflettere durante la lettura. Ci ha ricordato che il nostro punto di vista sulle cose è lineare e privilegiato in quanto bianche, italiane di origine e cittadinanza che vivono in Italia. Nessuna contraddizione, conflitto, difficoltà. Facciamo parte della classe dominante (c’è solo la questione dell’essere donne, ma ne parliamo dopo). Per questa ragione, le protagoniste di Ragazza, donna, altro ci affascinano e ci disorientano. In ognuna di loro convivono e combattono più di un’identità etnica.

E allora ci rendiamo conto che la parola “black” diventa improvvisamente riduttiva per definire la varietà di combinazioni possibili.

Come si può usare la stessa parola per definire un’anglo-nigeriana immigrata di seconda generazione, la nipote inglese di un’anglo-africana e di un afro-americano, e un’immigrata a Londra dalle Barbados? Solo per citarne alcune.

Il termine “black” si declina in moltissime sfumature. La considerazione più tagliente ed efficace a questo proposito la fa Roland, quando dice:

perché doveva accollarsi il peso della rappresentanza collettiva, quando gli avrebbe fatto da zavorra? / ai bianchi si chiede solo di rappresentare se stessi, non un’intera razza

FEMMINISMI

Anche l’identità di genere e l’orientamento sessuale in questo libro appaiono come fluidi e molteplici.

Nel libro è rappresentato anche il dibattito fra le varie correnti del femminismo, in particolare tra quello essenzialista e quello intersezionale. Il caso di cronaca recente più rappresentativo su questo scontro è quello legato ai tweet JK Rowling e all’accusa di transfobia (qui spiegato molto bene dal Post)

Per farla molto breve, le femministe essenzialiste sostengono che ci sia una corrispondenza fra sesso e genere e che quindi le donne transgender non possano essere incluse nelle battaglie femministe. Le femministe intersezionali invece sostengono l’alleanza tra lotte e rivendicazioni pensate e praticate fino ad allora in modo separato. Nel libro, Dominique si può definire essenzialista, mentre Amma, nonostante abbia condiviso la stessa formazione, fa parte della corrente intersezionale.

Il tema del femminismo non è statico, ma si evolve con il tempo e il succedersi delle generazioni. Per Yazz, la figlia di Amma, come del resto per noi, il femminismo è assolutamente intersezionale e una posizione analoga a quella di Rowling ci appare immediatamente insostenibile e discriminatoria. Si può essere donne senza essere femministe? Si può essere femministe inconsapevolmente? Questo libro ci dice che tutte le combinazioni sono possibili e hanno la loro legittimità, condivisibile o meno.

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Il consiglio non richiesto

Ragazza, donna, altro è un libro lungo, ma ricco di storie, temi e sfumature coinvolgenti. Il consiglio è sempre quello di approcciarlo con i propri tempi, senza farsi scoraggiare dalla forma non convenzionale, che non è di ostacolo alla lettura.

e dovremmo essere contente se oggi tante donne stanno ridisegnando il femminismo, se l'attivismo locale si sta diffondendo a macchia d'olio e milioni di donne stanno scoprendo la possibilità di impadronirsi del mondo come essere umani a pieno titolo / come si fa a non essere d'accodo?

- ragazza, donna, altro