Napoli

Partiamo subito con una confessione: pensiamo di fare un articolo su Napoli da più di un anno. Qualche settimana dopo la nascita digitale di sbrodeghezzi, mentre pensavamo ai possibili contenuti da realizzare e momenti di vita da cogliere (i famosi weekend via) avevamo creato una sorta di mappa/percorso su Napoli da far uscire in concomitanza con una due giorni partenopea da parte di una di noi. Poi sono arrivate le zone, il coprifuoco e la storia purtroppo è nota a tutti. 

Quando a settembre abbiamo visto tra le novità editoriali il numero di Passenger dedicato a Napoli abbiamo capito che poteva essere arrivato il momento di rimettere mano al nostro articolo. 

Chi ci segue da un po’ sa quanto ci piaccia il progetto Passenger: la ricerca estetica e iconografica, la valorizzazione di immagini e infografiche, il lavoro di indagine giornalistica, parlare di temi che sì caratterizzano da sempre quella determinata città (o stato) ma riuscendo ogni volta a essere originalissimi nella chiave di lettura. 

Sul nostro sito abbiamo parlato di Parigi, Roma e abbiamo approfittato dell’uscita di Spazio per fare un’intervista a Beatrice Martelli e Marco Agosta, redattrice e caporedattore della collana.

Passenger - Napoli

Passenger Napoli è uscito in ottobre a pochi giorni dalla elezioni amministrative che hanno coinvolto anche il capoluogo campano e non è un caso: il primo articolo è proprio dedicato al ruolo che i sindaci – qui spesso acclamati come nuovi re – hanno esercitato in città, plasmandola e creando nuovi modelli politici. 

Si entra e si esce da strade e quartieri, da Chiaia al Vomero a San Giovanni a Teduccio e a Bagnoli. Si parla della Cirio, di cimiteri, di calcio, del ruolo svolto dai set di produzione cinematografica per lo sviluppo e la formazione di nuove professionalità da trovare e far crescere in città, di contaminazioni musicali approfondendo il ruolo giocato dall’esercito americano a Napoli durante la seconda guerra mondiale per la diffusione del jazz.
Quello che emerge però è che strade, fabbriche, campi da calcio, sono luoghi che esistono per ospitare la gente. Pur parlando di luoghi in realtà emerge principalmente un racconto di persone, di chi ci vive da sempre e di chi magari a Napoli ci è nato ma poi si è spostato altrove. Cosa significa essere napoletana ma aver deciso di andarsene? E com’è tornare nel posto che si chiama “casa” e sentirsi un corpo estraneo? Parte da queste domande la graphic di Cristina Portolano. 

Dal punto di vista grafico, salta subito all’occhio la scelta di un carattere tipografico particolare per questo numero: i titoletti degli approfondimenti e le infografiche sono scritti in Pasquale, font disegnato dal grafico napoletano Alessandro Latela e Gianluca Ciancaglini.

Passenger - Napoli

Di Passenger Napoli ci hanno colpito i numerosi riferimenti a libri e a scrittori e scrittrici, non solo nella tradizionale rubrica finale per approfondire con i consigli su narrativa e saggistica, ma soprattutto disseminati praticamente in tutti gli articoli. 

Abbiamo pensato anche noi ad alcuni libri che parlano di Napoli, fotografando persone e città in anni diversi. 

Libri

Tra gli anni ’50 e ’60 sono usciti due dei libri più importanti su Napoli: Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese e Ferito a morte di Raffale La Capria. 

Il mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese è stato pubblicato nel 1953 nella collana I gettoni di Einaudi (diretta da Vittorini) è una raccolta di racconti e reportage sulla città che fu vista dagli intellettuali della rivista Sud (a cui la stessa Ortese collaborava) come un libro contro Napoli. I racconti uniscono il realismo proprio della cronaca giornalistica al potere immaginifico tipico della prosa di Ortese. Al momento della pubblicazione, il racconto più discusso è stato Il silenzio della ragione, che è stato recepito come un attacco agli intellettuali che gravitavano attorno alla rivista Sud, attiva a Napoli nel secondo dopoguerra. 

Il racconto che invece ha colpito di più noi a quasi settant’anni dalla prima edizione è il primo, Un paio d’occhiali. La protagonista, Eugenia, è una bambina che vive in una casa umidissima, nel vicolo della Cupa a Santa Maria in Portico. 

Eugenia è “cecata”, all’inizio del racconto l’oculista annuncia che le mancano 9 diottrie. L’unica che può comprarle un paio di occhiali è la zia Nunzia, anche se rinfaccia alla famiglia che ciò le costerà “otto mila lire, vive vive”. Nella loro meschinità, sia i personaggi che l’ambiente anticipano la miseria di Napoli che poi sarà descritta in “Oro a Forcella”. 

«Qui, il mare non bagnava Napoli. Ero sicura che nessuno lo avesse visto, e lo ricordava. In questa fossa oscurissima, non brillava che il fuoco del sesso, sotto il cielo nero del sovrannaturale».

Ferito a morte esce nel 1961 ed è  il capolavoro di Raffaele La Capria.
La Napoli di La Capria è quella dei giovani borghesi che passano le giornate tra chiacchiere e scherzi al Circolo Nautico. Massimo, il protagonista, vuole fuggire dall’apatia napoletana e decide di trasferirsi a Roma. Il romanzo è nella prima parte ambientato il giorno prima della partenza e nella conclusione sei anni dopo, quando Massimo torna a Napoli per una vacanza e incontra i vecchi amici. La narrazione di La Capria è estremamente complessa e mischia continuamente il punto di vista del narratore con la polifonia degli sguardi dei personaggi. Quando Massimo torna da Roma descrive Napoli con amarezza, criticando alla sua città di non aver saputo cogliere l’occasione di riscatto del secondo dopoguerra ed essere rimasta vittima del torpore e del provincialismo. La Capria fornisce così il cuore del suo romanzo, che più di tutto è forse una storia di iniziazione: “il senso di una Grande Occasione Mancata (la giovinezza? la felicità? la vita?), di un profonda disillusione”.

Fra gli autori veramente contemporanei, che scrivono quindi in questi anni strani e non nell’ormai passato e miticizzato Novecento, è assolutamente da citare Alessio Forgione con i suoi romanzi Napoli non amour (NN), Giovanissimi (NN) e Il nostro meglio (La nave di Teseo). Quella di Forgione è una città che riflette le incertezze e i turbamenti dei protagonisti, spesso grigia e piovosa, ma a un passo dal mare, e alle spiagge che si aprono a due passi dal centro, sinonimo di libertà. La Napoli di Forgione è quella della periferia sud-est di Soccavo e Bagnoli, fuori dal radar dei turisti e delle foto da cartolina. I suoi tre romanzi (non connessi fra loro, anche se in due torna lo stesso protagonista) parlano di giovinezza, della difficoltà di avere 14 anni, poi 20 e poi quasi 30.

Un salto indietro nel tempo nella storia di Napoli lo facciamo invece con Il resto di niente (Mondadori) di Enzo Striano pubblicato per la prima volta nel 1986. Questo romanzo ci fa scoprire la vita di Eleonora de Fonseca Pimentel, portoghese di origine ma napoletana di adozione, che fu poetessa, scrittrice e una delle prime donne giornaliste in Europa e il ruolo che giocò nei moti partenopei del 1799. Scoprendo la sua vita, le idee rivoluzionarie, giriamo la città ed è davvero uno scenario incredibile. 

L’altra parte dei moti del 1799 viene raccontata da Susan Sontag ne L’amante del vulcano (Nottetempo): una metropoli ricca alle prese con la rivoluzione che darà vita alla Repubblica Napoletana. Protagonista è l’ambasciatore inglese Sir William Hamilton, collezionista di antiquariato, subisce il fascino del Vesuvio, usato per simboleggiare la bellezza, l’imprevedibilità, l’inquietante vitalità e la potenza esplosiva delle cose che giacciono sotto la superficie e improvvisamente tornano visibili. 

Esce in questi giorni per Einaudi, La fontana rotta di Thomas Belmonte.  Nella primavera del 1974 Thomas Belmonte, un giovane antropologo americano, si trasferisce a Napoli per le sue ricerche: vuole studiare la vita nei quartieri poveri della città.

Noi non l’abbiamo ancora letto ma la sua sinossi ci ha spinte a inserirlo – quantomeno come segnalazione – in questa lista. Belmonte ha scelto l’osservazione partecipante come metodo di lavoro; raccoglierà informazioni vivendo insieme ai soggetti della sua ricerca, facendosi coinvolgere, adattandosi, ascoltando. Dopo qualche prima difficoltà, Belmonte conquista la fiducia di molti abitanti di Fontana del re e quel luogo diventa per lui una sorta di patria adottiva che impara a conoscere ogni giorno un po’ di più. Da questa prospettiva privilegiata, con il talento del narratore, Belmonte traccia un ritratto unico, libero da luoghi comuni e generalizzazioni, di una Napoli di ieri immortalata negli anni della speranza di un riscatto sociale, e nel deludente periodo successivo, tra gli strascichi del terremoto e la diffusione della droga.

Case editrici e librerie

Negli ultimi anni a Napoli sono nate delle case editrici indipendenti che fanno un ottimo lavoro di ricerca e che meritano assolutamente di essere conosciute. Ecco una nostra personale selezione:

Marotta&Cafiero editori

Di Scampia, si definiscono “spacciatori di libri”, si occupano in particolare di narrativa civile, storie dei Sud del mondo. I loro libri sono completamente ecologici e sono un’azienda Pizzo Free. Hanno aperto una libreria indipendente, La Scugnizzeria, a Scampia. Fra i loro autori ci sono anche Daniel Pennac, Stephen King, Osvaldo Soriano, Antonio Skármeta, Raffaele La Capria, Ernesto Che Guevara, Gunter Grass.

Tamu Edizioni

Casa editrice indipendente che pubblica libri su società postcoloniali, pensiero femminista ed ecologista. Prima di essere una casa editrice è una libreria indipendente, la Libreria Tamu, dal 2018 spazio di incontro e dibattito su mediterraneo, medio oriente e altri sud, nel centro storico di Napoli.
Un titolo: Arabpop, rivista dedicata alla letteratura e alle arti contemporanee dei paesi arabi.  Dentro ci sono lavori originali di artiste e scrittori arabi, ma anche longform, interviste, traduzioni, playlist a tema, recensioni.

Polidoro Editore

Nasce nel 2013 e doveva  inizialmente concentrarsi sulla città di Napoli. Successivamente però i confini e gli interessi della proposta culturale si sono allargati, in particolare verso la narrativa italiana e straniera. Ai contemporanei, si accosta il recupero di Classici di grandi autori non più presenti in libreria e il recupero di grandi autori del Novecento italiano. Polidoro è attento anche agli esordienti. Cerca voci capaci di giocare con le forme e i generi della narrativa degli ultimi anni e di offrire nuovi spunti di riflessione su temi sociali e esistenziali. Un titolo: Napùl di Marco Perillo. Quindici racconti sui conflitti, le contraddizioni e i sogni di Napoli.

Libreria Dante & Descartes

Libreria con due punti vendita nel centro di Napoli, diventata negli anni luogo d’incontro dei maggiori intellettuali e scrittori della città. Vende libri di ogni tipo: usati, rari, nuovi, universitari. La libreria ha anche un progetto editoriale di proposta con testi brevi, a volte in formato piccolissimo. Ha recentemente ripubblicato Le due Napoli di Domenico Rea, saggio in cui l’autore cercò di differenziare la Napoli narrata da quella realmente esistita.

Via Port’Alba

Una tappa fissa per immergersi nei libri usati e per le librerie antiquarie.

Vi lasciamo con la nostra playlist (ma segnaliamo anche quella realizzata da Passenger su Napoli)